Meccanici, automatici, elettrici (si, elettrici, avete letto bene), elettronici, al quarzo, radiocontrollati… quante possibilità! E quante marche, più o meno famose. Ma come districarsi in questo universo di opzioni? Facile: seguendo i propri gusti sia per quanto riguarda l’aspetto estetico che per quanto riguarda l’aspetto tecnologico (a proposito: non ho citato gli smartwatch perché no, non sono orologi. Sono sofisticati apparecchi da polso che fra le varie cose segnano l’ora esattamente come fa un telefonino e non con un movimento proprio, ma ne parlerò meglio alla fine*).

La mia personale preferenza va ad orologi dal disegno semplice e pulito, pochi orpelli, dimensioni contenute (possibilmente attorno ai 4 cm o meno). Il cinturino dipende dall’orologio, ma in linea di massima tendo a preferire quello in acciaio per l’orologio sportivo e quello in pelle per quello elegante.

Il tipo di movimento, purché sia di qualità, è un fatto relativamente secondario, ma mi piace fare una particolare citazione riguardo gli orologi elettrici a diapason, talvolta chiamati anche “sonici” a causa della nota -chiaramente udibile- prodotta dalla vibrazione del diapason in essi contenuto. Va detto che purtroppo oggi questo affascinante movimento non è più prodotto, ed è un vero peccato!

Relativamente alle marche, fra le mie preferenze non posso esimermi dal citare Omega, TAG-Heuer, Bucherer (con entrambi i suoi brand: Carl F. Bucherer e B-Swiss), Baume-et-Mercier, Seiko ed Eterna: hanno tutti la particolarità di presentare ineccepibile qualità con prezzi tutto sommato ragionevoli (ovviamente ognuno relativamente alla propria fascia di mercato). Certo tante altre marche sarebbero meritevoli di citazione, ma nella mia personale scala di valori queste oggi rappresentano il punto di riferimento. Domani chissà…

Al contrario, pur riconoscendone il valore intrinseco, non amo marche di norma appariscenti quali Rolex, Panerai, Hublot (tanto per fare alcuni nomi), ma nuovamente sottolineo che si tratta di un giudizio assolutamente ed esclusivamente personale e come tale liberamente opinabile.

Detto tutto ciò, ancora una volta non so se in futuro compariranno altri articoli sul tema “orologeria”, ma intanto -se a qualcuno interessa- questo c’è, poi si vedrà.

(*) Riprendo infine il tema smartwatch chiarendo un punto: non ho mai inteso sostenere, né è mia intenzione farlo ora, che non siano oggetti validi o che siano meno degni d’attenzione rispetto ad un orologio. Sono semplicemente oggetti differenti che fra le tante funzioni “accidentalmente” segnano anche l’ora. Tuttavia ora c’è un nuovo interessante fatto. La TAG-Heuer (assieme ad Intel) è entrata in questo mondo con un clamoroso esercizio tecnologico: uno smartwatch concepito come un orologio VERO!
(NDR: non per niente l’acronimo TAG nel nome TAG-Heuer significa “Technique d’Avant Garde”).
Dove sta la differenza? Bhé, facile: il concetto iniziale ribaltato, ovvero non il mettere al polso un aggeggio elettronico dandogli l’aspetto di un orologio, ma il realizzare un orologio (e scusatemi, che orologio!) inserendo al suo interno un computer. Decisamente da tenere d’occhio!
Attenzione, ancora una volta non intendo sostenere che sia meglio o peggio di -che so- un Apple Watch o un Samsung Gear, ma semplicemente che parte da un presupposto diverso rendendolo così “filosoficamente” più vicino ad un orologio che ad uno smartwatch.