Questo “articolo” nasce da molte chiacchiere fra amici avvenuto in varie occasioni. E, ci tengo a chiarirlo, sempre da sobri (si sa mai…).
Come sempre la doverosa premessa è che troverete qui una serie di opinioni personali che non pretendono di essere niente più di ciò che sono e come tali tranquillamente opinabili.
La considerazione è che fra l’esplosione dei vari SUV, la drastica restrizione delle emissioni (cosa assolutamente giusta, senza dubbio) con il conseguente avvento dell’auto elettrica e l’attenzione sempre più ossessiva per il così detto “infotainment”, per molte persone della generazione a cavallo fra gli anni 70 e gli anni 80 questi ultimi 5 anni anni hanno visto un deciso passo indietro per quanto riguarda il contenuto “emozionale” dell’auto.
Si guardi ad esempio un listino prezzi di qualsiasi rivista di fine anni 90 / inizio anni 2000.
I SUV erano una rarità e cominciavano infatti a comparire timidamente proprio in quell’epoca, spopolavano belle berline a 2 e 3 volumi (anche se alcune già a quell’epoca spesso anche troppo sottovalutate, si veda la bellissima VW Bora, mai veramente compresa in Italia), bellissime station wagon e magnifiche coupé, infine monovolume di ogni genere, per lo più non bellissime, ma quanta intelligenza in quelle vetture!
Per non parlare delle berlinette sportive ereditate dagli anni 90 e che ad inizio secolo stavano vivendo la loro epoca migliore (no, dico: chi non ricorda il VTEC Honda da 9000 giri?).
E molto viva nella memoria della mia generazione è anche la continua escalation, dagli anni 90 alla fine degli anni 10 del nuovo secolo, della qualità delle finiture interne e della maniacale attenzione ai materiali con cui queste finiture venivano realizzate. Oggi purtroppo in termini di materiali c’è un evidente passo indietro, in parte per un giusto motivo di riciclo, ma -inutile nascondersi- guidato soprattutto da ragioni economiche.
Prova ne è una vettura da sempre di riferimento: la VW Golf. Sebbene ancora oggi sia una delle migliori auto sul mercato a livello di equilibrio generale, il confronto fra la qualità costruttiva ed i materiali usati fra una Golf 4 ed una Golf 8 è a dir poco impietoso.
Poi certamente, a livello di tecnologia globale i passi avanti sono indiscutibili, ma evidentemente a discapito di altro che oggi, forse, non viene più tanto ricercato come un tempo.
Ho la sensazione che piuttosto che un bel cruscotto morbido ed armonioso oggi conti di più avere un infotainment con cui giocare (o far giocare i passeggeri) e delle belle lucine ambiente colorate (pardon, illuminazione lounge…).
Veniamo ora al tema motori.
Dopo la prima era dei turbo, quegli scorbutici e cattivi turbo con tanto lag, poca schiena, tanto vuoti in basso quanto entusiasmanti in alto, hanno poi incominciato ad arrivare i diesel.
Personalmente non ho mai amato il diesel in generale, per il mio personale gusto la guidabilità di un benzina aspirato (meglio se anche ibrido) con una bella cilindrata ed una schiena infinita non ha pari, ma al tempo stesso non sarebbe onesto tacere sul fatto che la raffinatezza e l’efficienza raggiunta da certi motori diesel sia meno che straordinaria. E trovo quindi ingiusto il voltafaccia fatto in pochissimi anni rispetto questi propulsori. Che il gasolio fosse un combustibile sporco non era certo cosa ignota ed i tentativi per far credere il contrario non li ho mai condivisi, ma qui si tratta proprio di un passaggio dalle stelle alle stalle.
Idem la svolta (non positiva) verso i motori standardizzati in cui con gli stessi pistoni, bielle e valvole aggiungendo o togliendo un cilindro si fanno cilindrate diverse.
Parliamoci chiaro: spesso questa scelta viene raccontata in termini di salvaguardia ambientale, ma è puramente economica. Ed è anche comprensibile, ma un 3 cilindri su una BMW Serie1 o su una Volvo anche no dai…
Ed ecco che evolvendo il tema motori si arriva al tema del secolo: l’elettrificazione.
Personalmente nel 2007 ho fatto una scelta, l’ibrido. Mi è piaciuto subito ed all’epoca optai per una Honda Civic Hybrid. Si trattava già di una full-hybrid, l’unica vera alternativa a Toyota. Oggi ho cambiato costruttore e filosofia costruttiva scegliendo Hyundai, ma sempre convintamente full. Ero convinto, e lo sono tutt’ora, che si tratta della scelta più efficiente e sensata al momento. Resto tanto scettico sulla tecnologia plug-in, pur vedendone i potenziali vantaggi, ma non voglio affrontare qui questo discorso.
Vorrei invece esprimere un paio di riflessioni sul puro elettrico.
Sono convinto che l’elettrico sarà il futuro e che sia necessario investire su questo tipo di trazione, ma credo che la scelta europea di porre un obbiettivo tanto stringente sia eccessiva, sostanzialmente per 3 ragioni.
1) Nel mondo oggigiorno non sappiamo produrre abbastanza energia elettrica. Va tenuto conto anche, infatti, che non è solo l’autotrazione a vedere una sempre maggiore richiesta di elettricità: c’è anche tutto quel ramo che si chiama Artificial Intelligence che sta vedendo crescite spettacolari in tal senso. La nostra voracità energetica sta crescendo più della nostra capacità produttiva.
2) Le batterie non sono sono ancora abbastanza evolute e le autonomie ne risentono, inutile nasconderlo. Ad esempio: una batteria di Tesla da 75 KWh permette all’auto, malcontati, circa 500 km di autonomia avendo un peso (la batteria) di 479 kg ed un volume di circa 1 metro cubo (che non è poco, calcolate che le dimensioni sono 2.18 x 1.50 x 0.33 m). 1 metro cubo equivale a 1000 litri. Per fare circa 500km un’auto a benzina delle stesse dimensioni (esagerando) userebbe circa 50 litri di benzina… Certo se guardiamo le batterie di 10 anni fa e quelle di oggi i miglioramenti sono spettacolari, ma siamo ancora tanto lontani dalle “misure” (inteso proprio come misure di volumi) di diesel e benzina. Poi è anche vero che l’automobilista medio fa poche decine di km al giorno, ma ciò non toglie che quei numeri citati siano una concreta realtà che influisce, eccome, sul tema.
3) I costi sono evidentemente elevati e di fatto non facilmente sostenibili da un cittadino medio, se non a prezzo di altri sacrifici. Senza importanti sussidi è difficile attendersi un’adesione di massa alla mobilità elettrica ed a mio avviso le risorse degli stati in questo momento storico dovrebbero essere dirottate in altre direzioni.
Ciò detto ribadisco che l’industria deve continuare ad investire, meglio però se in modo più graduale. E dico anche che ben vengano questi investimenti perché oltre ad essere un tema ambientale, l’auto elettrica può essere anche un tema di piacevolezza e comfort di guida e di viaggio.
Però tutto ciò non toglie il punto di partenza di queste libere e disordinate riflessioni, ossia che per chi ha visto l’evoluzione dell’auto a partire dagli anni 70-80 in poi non può notare i cambi di paradigma in base ai quali si misura la bellezza e la qualità e su come oggi più che la sostanza del veicolo si guardi più alla sua multimedialità ed ai servizi a bordo.
L’auto in pratica sta diventando più un elettrodomestico o un gadget ed alla mia generazione questa visione toglie qualcosa.
Intendiamoci: non intendo affatto dire che sia sbagliata, non c’è un “giusto” ed uno “sbagliato” di base in ciò. Si tratta solo di capire che anche l’approccio generale all’auto cambia nel tempo, come tante altre cose.
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