Dopo tanti mesi di silenzio volevo tornare a scrivere qualcosa perché, in effetti, di acqua sotto i ponti ne è passata. Tanta.

Il punto è che questa tanta acqua ha anche portato tanti cambiamenti risparmiando poco di quello che ha incontrato, è quindi difficile scegliere di cosa parlare.

Per esempio dello smartworking o lavoro agile, poco importa come lo si voglia chiamare, che dilaga. C’è tanto entusiasmo, ma anche poca conoscenza su cosa porterà in un futuro sempre meno prossimo. Lo stiamo studiando: è un esperimento sociale appena cominciato. E secondo me dopo l’entusiasmo iniziale comincerà una fase di inversione, vedremo.
Certo, è stato indispensabile in epoca di pandemia, ma quanto sarà realmente sostenibile dopo? E quale sarà il giusto punto di equilibrio, per i lavoratori, in termini di giorni in ufficio e giorno fuori ufficio?

Non parliamo poi dei vaccini e di tutto ciò che ruota loro attorno (green-pass incluso). Tanta informazione superficiale, un pò meno (ma sempre troppa) disinformazione, tantissima confusione.

E la politica, anch’essa fortemente condizionata dalla pandemia.

La crisi dei semiconduttori, quella ambientale… oh mamma che biennio (quasi) epocale.

In tutto ciò ringrazio il Cielo per essere stato tanto fortunato da aver attraversato fino ad ora questo turbine senza troppi problemi e di fatto nessuno di questi si è rivelato “grande”.

Quindi, per evitare di addentrarmi in sabbie mobili troppo pericolose mi limito a scrivere di una frivolezza: un paio di nuovi pezzi sono entrati nella mia collezione di orologi.

Un B-Swiss Crossover automatico ed un Tissot T-Race Touch (scusate, essendo fuori produzione non c’è più un link da indicare).

Come? Non interessa a nessuno? Ecco perché questo articolo si intitola “Senza capo né coda”….