Finalmente l’ho visto: il nono film della Saga, “Guerre Stellari: L’ascesa di Skywalker”.

E desidero subito sgombrare il campo da ogni dubbio, l’ho trovato un gran bel film indipendentemente da quanto molti commentatori stanno scrivendo in questi giorni su siti e giornali.

Tuttavia anche io trovo che, come film di Guerre Stellari, abbia alcuni limiti e per capirne il motivo (almeno secondo il mio modo di vedere) è d’obbligo un lungo cappello introduttivo.

Nel 1977 l’uscita di “Guerre Stellari: una nuova speranza” pose gli spettatori davanti a qualcosa di totalmente nuovo ed i due episodi successivi (“L’Impero colpisce ancora” ed “Il ritorno dello Jedi”) seguirono il medesimo concetto. Un percorso basato su una storia che stava in piedi di suo: come scrisse tempo fa un amico (vero DB?) se togli ai protagonisti la spada laser e gli dai una clava la storia continua a reggere e ad appassionare.

Ed inoltre le storie usavano un metodo descrittivo coerente secondo il principale canone della Fantascienza letteraria (notate la maiuscola!): crea delle regole precise e muoviti rigorosamente all’interno di queste.

Poi sono arrivati i prequel, rispettivamente “La minaccia fantasma”, “L’attacco dei Cloni” e “La vendetta dei Sith”, di per sé più deboli (con la suddetta clava non reggevano mica tanto), ma ben costruiti per collegarsi armonicamente con gli originali. Anche qui con regole precise e discretamente seguite.

Fra queste due “ondate” di film c’è stata in mezzo una fiorente letteratura chiamata “Universo espanso”, un numero impressionante di romanzi e racconti spesso anche in contraddizione fra loro, cosa che ha reso necessario il riconoscimento da parte dello stesso Lucas di alcune pietre miliari (in particolare la trilogia di Thrawn scritta di Timothy Zahn) denominate Universo Canonico che avrebbe dovuto porre le basi per il “post battaglia di Endor”.

Poi è arrivato il momento di colmare la storia degli anni trascorsi fra “La vendetta dei Sith” e “Una nuova speranza” e di nuovo arrivano diverse interessanti storie con i cartoni animati de “Le guerre del Cloni”. E da questo punto qualcosa ha iniziato a scricchiolare, non tanto sulla coerenza storica, sempre ben seguita, ma piuttosto sulle regole dell’universo di Guerre Stellari: nulla di grave, ma i semi per arrivare ad un certo disordine si intravvedevano.

Poi però con l’arrivo della Disney arriva anche un piccolo capolavoro, il film “Rogue One: A star Wars Story”. Bello, coerente e splendidamente raccordato con l’Universo di Guerre Stellari.

Ma ecco subito dopo la cosa del tutto inattesa: con un colpo di spugna tutto l’universo canonico che avrebbe dovuto essere la premessa de “Il Risveglio della Forza” viene improvvisamente declassato da “Canone” a “Legend” e comincia il nuovo universo canonico che cancella tutto il lavoro letterario di Zahn e soci. Con questo atto nasce la nuova trilogia i cui primi 2 film “Il risveglio della Forza” e “Gli ultimi Jedi”, risultano essere film carini (nulla da dire), ma di spessore davvero minimo, fondamentalmente senza una gran storia e molto “anarchici” in fatto di regole letterarie: un esempio su tutti è la Rey appena affacciatasi alla Forza che la gestisce già da veterana. Ma per favore!

Tralasciando la parentesi di “Solo: a Star Wars Story”, che non riesco a giudicare (dico unicamente che lo Han Solo tratteggiato da numerosi romanzi ad esso precedenti era di ben altro spessore), torniamo adesso al film “L’ascesa di Skywalker”.

Perché dico che come storia di Guerre Stellari ha i suoi limiti? Perché se i due film precedenti erano di storia debole, questo è fin troppo forte! La conseguenza è che nessuno o quasi fra gli argomenti introdotti viene adeguatamente sviluppato, in antitesi con quanto le precedenti trilogie ci avevano mostrato e, ecco il vero punto debole, non sembra più seguire alcuna regola letteraria (ad esempio sull’uso della Forza che prima non permette di fare una roba, ma poi la fa, poi sulla potenza degli spiriti Jedi, infine sull’uso delle tecnologie come l’iperguida e le armi…).

Tolto ciò tuttavia, come ho premesso, il film resta bello, avvincente, molto ben realizzato e l’ambientazione nell’universo di Guerre Stellari ci sta tutta. E, aggiungo, quello che è il suo maggior pregio parte esattamente dal suo maggior difetto: lascia la porta aperta per approfondire in futuro quelle tante mini-storie che citavo prima, introdotte e sospese.

Spero sia, come mi fa piacere credere, una mossa di marketing: fosse così potremmo vederne delle belle in futuro!