Dopo il pezzo “Orologi che passione”, per par condicio diventa d’obbligo un pezzo che si potrebbe benissimo chiamare “Biciclette, che passione” -ed in effetti è così che lo chiamo-…
Questa passionaccia arriva da ben più lontano rispetto a quella per gli orologi: credo infatti di avere imparato ad andare in bicicletta più o meno nello stesso momento (mese più, mese meno) in cui ho imparato a camminare.

Premessa
E’ doveroso un chiarimento per evitare errate interpretazioni o, peggio, pregiudizi: non sono uno di quei ciclisti che si appassionano per la % di massa grassa o per prestazioni estreme. Non che l’essere così sia un male, non fraintendetemi, è semplicemente un approccio diverso da quello che amo io. Infatti per me l’andare in bicicletta è un momento di relax e piacere, ed a tal proposito non posso fare a meno di citare un estratto di questo bell’articolo che parla di “gravel” (cosa sia una gravel se ne parla nell’articolo del link) in quanto è ben esemplificativo della mio approccio.

Cit:
“Ora prendete un ciclista da strada, toglietegli l’ossessione per i tempi e le prestazioni, sostituite alla nevrosi di andare in bici la gioia di andare in bici, ricordategli che un paesaggio non è solo una % di dislivello da superare, offritegli un bicchiere di vino e buttategli il beverone isotonico che ha nella borraccia. E spiegategli che si può essere tostissimi anche se la propria massa grassa supera il 9%, o anche se (addirittura!) non si è mai calcolato quale sia la propria “massa grassa”. Questo ciclista in genere continua a vestirsi in Lycra quando pedala, ma comincia a pensare che anche la camicia di flanella di quando andava in montagna funziona bene.  Questo è un ciclista “gravel”.
(tratto da: https://cyclopride.it/gravel-bike-non-modaparola-decathlon/)

Ciclisticamente parlando (ma non solo) sono cresciuto fra Milano e la Brianza, quindi fra pianure e colline, e che colline! Questo per dire che, anche se non sto a guardare la % di pendenza, riconosco una salita dura quando la vedo…

Lo “strumento”
Ora, parliamo di biciclette in quanto “attrezzi” del mestiere: io ho, naturalmente, un personale punto di vista (come sempre punto di vista liberamente opinabile, non lo voglio in nessun modo imporre ad alcuno).

Partiamo da un dato di fatto, la bicicletta la muove il ciclista con le sue gambe (Binda diceva che “Ghe voeren i garù” – Ci vogliono le gambe). I 100 grammi in meno, la posizione più inclinata di un grado, il gruppo più o meno efficiente… per come intendo io l’andare in bicicletta non hanno influenza perché non mi interessa sapere quanti watt erogo o quale sia la mia soglia aerobica o diavolerie del genere. Il mio approccio è pratico: pedalo. Punto.

Quindi, dato che la prestazione in sé mi interessa praticamente zero, mi basta che la bici sia:

A) Scorrevole
B) Sicura
C) Comoda
D) Non troppo pesante
E) Gradevole da vedere
F) Dotata di un giusto rapporto qualità/prezzo

E in generale non voglio spendere cifre eccessive anche perché non voglio avere una sola bici, ne voglio una per ogni circostanza: una volta un amico mi ha detto, scherzando, che per me è un po’ come fosse un paio di scarpe… ed in effetti un po’ ha ragione perché mi piace scegliere la bici a seconda della “passeggiata” che voglio fare; qui sotto cerco di spiegarne le ragioni commentando e dando i voti alle 5 bici del mio “parco”.
NDR: Le foto forse le metterò più avanti…

1) Bici da città / City Bike
E’ la mia bici “da battaglia”, per le classiche escursioni della domenica con mia moglie (Martesana, naviglio pavese, parchi vari…) e per l’uso propriamente detto “in città”.
L’attuale l’ho una presa in saldo da Decathlon nel 2015, la B-TWIN NewWork 3; ha solo 6 rapporti, ma per Milano bastano e avanzano. Molto robusta, discretamente scorrevole, ma soprattutto solida sulle strade cittadine spesso sconnesse grazie a copertoni 700Cx32 e freni V-brake.

I voti (media 7,5):

SCORREVOLEZZA: 7.
Più scorrevole di quanto ci si aspetti, è comunque condizionata dal copertone di sezione adatta alla città.

SICUREZZA: 9.
Avesse i freni a disco sarebbe da 10.

COMFORT: 8.
Nessun problema neanche sul pavè milanese.

PESO: 7.
Non è certo di raffinata costruzione, malgrado ciò il peso è ragionevole.

ESTETICA: 6.
Complessivamente carina, ma il manubrio non si può guardare! Sto pensando di cambiarlo.

PREZZO: 9.
A quel prezzo difficile trovare di meglio…

2) Bici da turismo / Touring bike
Quando le distanze si allungano, ma i percorsi restano facili, la mia compagna è una quasi 30-enne bici di un artigiano bergamasco che da qualche anno ha purtroppo chiuso i battenti. Scorrevole e leggera come poche (oserei dire quanto la Duello di cui parlerò più avanti), è della famiglia dei “condorini” ed ha una rapportatura 2×6 (42-52 /13-24) e copertoni 700Cx28.

I voti (media 8):

SCORREVOLEZZA: 9.
Quasi inconcepibile quanto scorra ancora oggi, malgrado i quasi 30 anni.

SICUREZZA: 7.
Unica pecca, i freni di 2 generazioni fa, ma nulla di veramente pericoloso.

COMFORT: 7.
Per assurdo meglio sulle lunghe distanze che sulle brevi.

PESO: 9.
Superleggera, non solo per l’epoca, ma anche per gli standard odierni.

ESTETICA: 8.
Malgrado alcuni dettagli obiettivamente sorpassati, a me piace un casino!

PREZZO: n/g.
A distanza di quasi 30 anni non è possibile fare confronti o valutazioni, ma il fatto che ancora oggi sia tanto valida la dice lunga.

3) Bici da trekking / Trekking bike
E’ l’ibrida mid-range per eccellenza, che uso sia su asfalto che su sterrato quando sono in Brianza; eccellente sia lungo le sterrate sponde del Lambro che sulle sconnesse salite di Colle Brianza o di Montevecchia.
Ha “solo” 9 rapporti (monocorona da 36 e cassetta 11-36), ma sono più che sufficienti per ogni salita o discesa che sia.
Ah, anche questa è una B-TWIN, Riverside 500, e monta copertoni intermedi 700Cx38 e freni a disco meccanici.
Tutto ciò, unito alla forcella ammortizzata, rappresenta una sicurezza dappertutto, anche in discese impegnative come la veloce picchiata da Magreglio a Barni.

I voti (media 8,5):

SCORREVOLEZZA: 7.
Data la natura della bici la scorrevolezza è adeguata.

SICUREZZA: 9.
Una roccia, sempre.

COMFORT: 8.
Nessun problema anche stando in sella molte ore.

PESO: 8.
Data la sua solidità mi sarei atteso un peso più elevato.

ESTETICA: 8.
Essenziale, ma (o forse proprio perciò) gradevole.

PREZZO: 10.
Poco da dire: ho girato un numero notevole di negozi di ogni genere e, con quel budget, non ho trovato di meglio.

4) Rampichino / Mountain bike
Ormai alle soglie della dismissione, la Riverside infatti la sostituisce quasi del tutto, è quella che “alla bisogna” presto agli amici o che mi porto in giro da maltrattare. Ancorché 25-enne (si, anche lei è datata) questa MTB old style fa il suo sporco -letteralmente- mestiere in qualunque circostanza, malgrado le ruote da 26 di vecchia impostazione, grazie ad un gruppo 3X7 (28-38-48 / 13-28) che assieme ad un copertone da sterrato leggero 26×1.5 (trovato da Mandelli) permette di compensare una scorrevolezza di suo non eccezionale.

I voti (media 6):

SCORREVOLEZZA: 5.
Per sua natura non è molto scorrevole, ma non è neanche così terribile come altri mezzi, anche moderni, provati.

SICUREZZA: 8.
Avesse le ruote almeno da 27,5 ed i freni a disco sarebbe perfetta ancora oggi.

COMFORT: 6.
Non male, vista l’impostazione.

PESO: 6.
Anche per questo aspetto, data la sua solidità, sarebbe lecito attendersi un peso più elevato, e invece non è male.

ESTETICA: 6.
Sembra vecchia perché è vecchia, ma non è brutta.

PREZZO: n/g.
A distanza di oltre 25 anni non è possibile fare confronti o dare valutazioni, ma anche lei sta avendo una durata importante.

5) Bici da strada / Road bike
Recentemente è rientrata nel mio “parco bici” una stradale un po’ più seria: una Bottecchia Duello II, comprata usata ad un ottimo prezzo malgrado fosse tenuta maniacalmente bene (grazie GB!), occasione vera!
Rapportata 3X9 (confesso: non ricordo le dentature) monta copertoncini 700Cx23 ed ha nella leggerezza e nella scorrevolezza i suoi hatout, solo in minima parte influenzati negativamente dal manubrio “belga”, infatti purtroppo ho dovuto scegliere tale soluzione invece del classico manubrio da corsa a causa di un problema ricorrente alla schiena.
Stradista instancabile (lei, non io), i suoi ambienti naturali sono le strade ben asfaltate e, soprattutto, il velodromo del parco nord che è il luogo dove prediligo usare questo gioiellino.

I voti (media 9):

SCORREVOLEZZA: 9.
Che dire? Un olio, per capirla va provata!

SICUREZZA: 8.
Avesse i freni a disco sarebbe da 10.

COMFORT: 8.
Molto bene, anche stando in sella per molte ore.

PESO: 10.
Una piuma, degna di mezzi ben più costosi.

ESTETICA: 10.
Elegante e leggera, anche come forme.

PREZZO: 9.
Ok, io l’ho presa usata, ma data la qualità anche il prezzo da nuova è interessante.

Conclusioni
Raccontato tutto ciò, quali sono le conclusioni? Fondamentalmente… nessuna; questo è solo un riassunto probabilmente un po’ disordinato del mio pensiero in materia di biciclette. Senza alcuna pretesa di dire che è giusto o sbagliato, che si deve fare in un modo o in un altro. A me, semplicemente, piace andare in bicicletta, certe biciclette mi piacciono più di altre, ma soprattutto mi piace -nei limiti del ragionevole- avere una bici adatta ad ogni singola circostanza considerato che non voglio spenderci troppo (ma anche qui, cosa vuol dire “troppo”?).

Alla prossima!